Dilemmi L'impegno - 23/05/2022

St 202241 min
Gli intellettuali hanno il dovere di impegnarsi per cambiare il mondo, lottando contro le ingiustizie o questa è solo una velleità presuntuosa che non cambia il mondo e produce cattiva arte, cattiva letteratura, cattivo pensiero? In studio con Carofiglio, gli scrittori Walter Siti e Stefano Massini. George Orwell sosteneva che "l'opinione che l'arte non debba avere niente a che fare con la politica è di per sé una posizione politica". Albert Camus riteneva che creazione letteraria e impegno civile erano le "due facce di una stessa rivolta contro i disordini del mondo" perché per l'artista "non c'è altra pace di quella che si trova nell'ardore della battaglia". Il tema non riguarda solo la letteratura, ma la creazione artistica in generale. Si pensi ad esempio al cinese Ai Wiewei, le cui installazioni affrontano in modo esplicito i drammi della dittatura e dell'oppressione. O allo street artist Banksy, il cui lavoro si manifesta nella dimensione pubblica dello spazio urbano, con realizzazione di opere che si concentrano sulle assurdità della società occidentale. I critici di tale impostazione rimproverano agli artisti impegnati l'incapacità di sottrarsi al rischio dell'estetizzazione del reale e della politicizzazione dell'impotenza. Arrivando ad affermare che l'effetto dell'arte e della letteratura impegnate sarebbe addirittura il contrario di quello dichiarato e voluto: l'anestetizzazione della sensibilità e, in definitiva, la condanna all'indifferenza e all'irrilevanza. Anche stavolta la chiusura è affidata all'attrice Lella Costa con un suo monologo sul tema della puntata.
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