Geo Alta Murgia - 23/03/2022

St 2021/2216 min
Dalla Scèsciola, vecchio centro di Minervino Murgia, ancora si scorgono i resti degli jazzi, i recinti in pietra per custodire le pecore durante la transumanza. Ancora oggi dai gregi si ricava il Canestrato, pecorino di questa zona. Ulivi e vigneti sono coltivazioni diffuse da sempre, ma la mancanza di acqua è stato un grave problema per l'agricoltura tanto che ovunque si costruissero cisterne e neviere. All'interno del parco si raccolgono erbe selvatiche come il finocchietto con cui si condisce la pasta di casa. La creazione di acquedotti nel secolo scorso, oggi permette a cuochi raffinati di coltivare orti rigogliosi, come quello di Pietro Zito, che comunque va a caccia anche dei lampacioni, una sorta di cipolla selvatica. Con i lampacioni e le verdure dell'orto, il cuoco cucina una focaccia pugliese e una zuppa di verdure, tutto arricchito con il canestrato. Del territorio fa parte anche la tradizione della burrata, realizzata con latte vaccino. Questo territorio è identificato con l'immagine di Castel del Monte che domina colline e paesi.
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