Geo La mela renetta

St 2020/212 min
Si raccoglie tra settembre e si consuma fino a primavera inoltrata e si conserva molto a lungo senza mai perdere il suo sapore. Tra le mele, la renetta, mostra un ruvido aspetto esterno e un sapore leggermente asprigno, vagamente zuccherino. Forse può apparire un po' "demodé", visto che oggi le mele tendono ad essere tutte perfette, ben tonde e lucide. Ma la bontà? Conosciuta in Europa da oltre due secoli, la renetta sembra provenga dalla Valle della Loira. Il suo nome infatti deriva dal francese: reine, letteralmente, "regina" che tradotto in italiano diviene renetta, cioè "piccola regina". Un tempo molto apprezzata, negli ultimi decenni è stata a torto trascurata, nonostante tra tutte le diverse varietà di mele sia la più leggera - solo 45 calorie per 100 grammi - e quindi la più digeribile. Sicuramente è la più indicata in cucina, perfetta per la preparazione di dolci come lo strudel, le frittelle, le mele da forno o per preparare ottime marmellate. In passato era proprio lei, la renetta, ad essere indispensabile per produrre il "vin da pomi". Veniva macinata attraverso la "grattadora" e ridotta in poltiglia, per poi estrarre con la torchiatura, il dolce nettare del succo di mela, più conosciuto come "sidro". Una curiosità? Se tagliando una mela renetta, vedete la polpa che si imbrunisce prima rispetto alle altre varietà, è per l'effetto dovuto alla maggior presenza (rispetto a qualsiasi altra mela) di polifenoli, gli ormai conosciuti anti-ossidanti naturali che grazie alla loro azione di inibizione dei radicali liberi, contribuiscono a contrastare e ridurre l'invecchiamento cellulare. Sarà anche una mela antica, ma la sa lunga in fatto di gioventù!
Vai al titolo