Sermonti legge Dante Paradiso, canto XXIX: Quando ambedue li figli di Latona

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Beatrice risponde alle possibili domande di Dante sugli angeli (possibili, perché non espresse, ma lette in Dio) nel corso di una lunga dissertazione che occupa tutto il canto. La beata parla così dell'amore dal quale sono emanati gli angeli, della natura extratemporale della creazione, della connessione fra tutte le cose; in seguito, sottolinea la sua condanna a chi, anziché seguire le Sacre Scritture, si dedica a fuorvianti sofisticherie. Tornando agli angeli, Beatrice spiega che sono di un numero incommensurabile e che in essi si specchia la luce di Dio, pur rimanendo egli uno ed indivisibile.
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