Festival di Sanremo Crisi e ripresa: 1971-1980

St 20202 min
All'inizio degli anni Settanta le mode e le tendenze cambiano a velocità vertiginosa: il Festival 1971 propone originalità e qualità, ma non è più lo spettacolo preferito del pubblico italiano, nonostante significativi momenti musicali e canzoni che restano nella storia. Nel 1972 Lucio Battisti, Claudio Baglioni, i Pooh e tutta la generazione dei cantautori trovano il grande successo senza avere bisogno del Festival, e parte del pubblico sembra voltare le spalle a Sanremo, che non riesce a sua volta a rinnovarsi. Vince Nicola Di Bari con 'I giorni dell'arcobaleno' e arriva solo sesta 'Jesahel' del Delirium. Sono anni difficili: chiudono i battenti 'Canzonissima' e il 'Cantagiro', e il Festival ha il fiato sempre più corto. Nel 1975 organizza direttamente il comune, senza le case discografiche e la Rai c'è solo per la serata finale. In quell'anno vince Gilda con 'Ragazza del Sud'. Nel '76 più della metà delle canzoni parla di sesso e vince Peppino di Capri con il racconto di uno spogliarello, 'Non lo faccio più'. Nel '77 il patron Vittorio Salvetti riesce a tenere aperto il Festival grazie ad una sfilata di ospiti italiani e stranieri: Domenico Modugno, Iva Zanicchi, Barry White, John Miles e le Chocolat's. Arriva anche la tv a colori e Sanremo si sposta all'Ariston. L'italia è costellata da centinaia di 'radio libere' e grazie a loro le canzoni del Festival tornano ai primi posti delle classifiche. Nel 1978 Sanremo torna ad avere un posto speciale nel cuore del pubblico, confermando il successo dei Matia Bazar con 'E dirsi ciao', lanciando Anna Oxa e Rino Gaetano. Serve ancora qualche tentativo, ma la crisi del Festival sta per essere superata. Il 1980 è l'anno in cui la presenza Bobby Solo paralizza il traffico di Sanremo e del grande show di Roberto Benigni.
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