Festival di Sanremo L'esplosione: 1961-1970

St 20201 min
Nel 1961 arriva un nuovo Patron, Ezio Radaelli, ma soprattutto arrivano i giovani e si chiamano Mina, Adriano Celentano, Little Tony, Milva, Edoardo Vianello, Giorgio Gaber, Gianni Meccia, Gino Paoli. I giovani, anzi i 'teen-ager', sono i protagonisti dei primi anni sessanta, ma gli idoli dei ragazzi Gianni Morandi e Rita Pavone sono troppo 'big' per Sanremo e hanno grande successo senza partecipare. Il Festival del nuovo patron Gianni Ravera del 1964 risponde con il successo di Bobby Solo e Gigliola Cinquetti. È l'anno del primato di vendita dei dischi a 45 giri. Arriviamo al 1966: siamo nel cuore degli anni sessanta e i ragazzi italiani vogliono suonare come i loro coetanei inglesi: a Sanremo arrivano i capelloni e il beat, di Lucio Dalla, dell'Equipe 84 e dei Renegades che vengono tutti eliminati. Ma a dare una scossa al Festival è Caterina Caselli, che trasforma in uno shake un tango destinato ad Adriano Celentano, 'Nessuno mi può giudicare'. Nel 1967 il Festival diventa un kolossal: trenta canzoni, cinquantotto cantanti e arrivano le 'canzoni di protesta'. Luigi Tenco viene a mancare, ma lo spettacolo deve continuare. Il Festival del '68 promette spessore e rinnovamento. Il volto nuovo scelto per sostituire l'istituzionale Mike Bongiorno è quello del giovane presentatore di 'Settevoci': Pippo Baudo. In gara – pare a sua insaputa - c'è anche anche Louis Armstrong, ma vince la canzone d'autore di Sergio Endrigo. Nel '69 torna Ezio Radaelli, e arrivano il groove e il rhythm and blues delle Supremes, di Lucio Battisti, Wilson Pickett e Stevie Wonder. Vince 'Zingara', ma già gli arrangiamenti dell'orchestra raccontano il mutare dei gusti musicali del pubblico che di lì a poco non si accontenterà più delle melodie e del pop.
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