Passato e Presente Nino Andreatta rigorista solidale

St 2019/2040 min
Il 15 dicembre del 1999, mentre si discute la legge Finanziaria del primo governo D'Alema, Beniamino Andreatta viene colto da malore e in seguito da un'ischemia celebrale che lo fa entrare in coma. Per colui che è stato cinque volte Ministro della Repubblica Italiana inizia un calvario di sette anni. Un personaggio ricordato da Paolo Mieli e dal professor Agostino Giovagnoli in questa puntata di "Passato e Presente". Andreatta, trentino di nascita e bolognese di adozione, da giovane professore di politica economica e finanziaria e allievo del cristianesimo sociale di Dossetti, diviene consulente economico del primo Governo Moro. Nel 1976, viene eletto per la prima volta senatore. Ma è nel ruolo di ministro del Tesoro del primo governo Forlani e poi confermato nel primo governo Spadolini che Andreatta compie uno dei passi che avranno maggiori conseguenze per la storia economica e finanziaria del nostro Paese: in accordo con l'allora governatore della Banca d'Italia, sancisce "il divorzio" tra quest'ultima e il Tesoro, una soluzione per arginare le modalità attraverso cui il sistema costruisce liquidità per autofinanziarsi in maniera drogata. Seguiranno anni difficili per Andreatta da un punto di vista politico ma - prima nel 1992 come Ministro degli Esteri e poi come promotore, dopo Mani Pulite, della nascita del Partito Popolare e dell'Ulivo - avrà nuovamente modo di poter offrire il suo rigore e la sua professionalità alla politica italiana. Andreatta muore il 26 marzo del 2007, la sua Bologna lo saluta con questa frase che amava spesso ripetere come suo obiettivo e stile di vita: "Non c'è niente di più sovversivo della Verità".
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