Donne e coraggio: voci contro la mafia Anniversari - Donne e coraggio: voci contro la mafia

ItaliaSt 2019 47 min
L'impegno contro la mafia è anche e soprattutto nel coraggio di quelle madri, figlie, sorelle e vedove che hanno visto i loro cari morire ammazzati e non si sono rassegnate, non hanno taciuto. Tutt'altro: hanno rotto l'omertà, hanno denunciato, testimoniato, rischiato la loro stessa vita. Cinque storie di amore, dolore, orgoglio e desiderio di giustizia. A partire da quella di Michela Buscemi, figura simbolo della lotta contro la criminalità organizzata, che al maxiprocesso di Palermo fa nomi e cognomi degli assassini dei suoi fratelli. Facendo poi un passo indietro nel tempo per raccontare la vicenda di Francesca Serio, madre del sindacalista Salvatore Carnevale ucciso nel 1955 a causa delle sue battaglie contro il latifondo, quando ancora erano in molti a sostenere che cosa nostra non esisteva. Segue quella di Serafina Battaglia, donna di mafia, capace anche di accettare l'assassinio del marito, ma non quello del figlio. Decide allora di parlare e le cronache descriveranno questa figura che si presenta in Tribunale avvolta in uno scialle nero, con le mani coperte da guanti neri. Ma si parla anche di Felicia Impastato, moglie di un mafioso legato a Tano Badalamenti, il responsabile dell'assassinio di suo figlio Peppino. L'omicidio avviene il 9 maggio 1978, proprio lo stesso giorno in cui viene ritrovato il cadavere di Aldo Moro in Via Caetani a Roma. Infine la giovanissima Rita Atria, che diventa testimone di giustizia dopo la morte del fratello e che si fida ciecamente di un giudice, Paolo Borsellino. Quando anche questi viene trucidato dalla mafia lei, travolta dal dolore e dalla disperazione, si uccide buttandosi dalla finestra della casa di Roma, dove viveva nascosta nell'ambito di un programma di protezione.
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