Passato e Presente Venezia e il Ghetto ebraico

ItaliaSt 2018/1940 min
29 marzo 1516. La Repubblica di Venezia obbliga gli ebrei ad abitare nell'area dove anticamente erano situate le fonderie, "geti" in veneziano. Nasce il primo ghetto della storia. Lo racconta lo storico Franco Cardini con Paolo Mieli in questa puntata di "Passato e Presente". Agli ebrei ashkenaziti che vivono nel ghetto (definiti in tal modo in quanto provenienti dalla Germania) viene concessa come sola attività la gestione dei banchi di pegno, a tassi stabiliti dalla Serenissima; inoltre, in cambio della libertà di culto e della protezione in caso di guerra, hanno l'obbligo di indossare un segno di identificazione e di sottostare a una serie di regole. Nonostante il ghetto sia il risultato di una misura restrittiva, diventerà nel tempo un crocevia cosmopolita, nel quale si affermeranno la cultura e le professioni liberali: i medici ebrei saranno i migliori dell'epoca. Occorre, inoltre, ricordare che tra il '500 e il '600, Venezia è un luogo di sosta e di passaggio di ebrei dal levante e dal ponente: tale fenomeno porterà alla costruzione di un secondo ghetto per i sefarditi nel 1541 e di un terzo nel 1633. Nonostante tutto, gli ebrei in quegli anni sono preziosi alleati dei veneziani nelle guerre contro l'Impero Ottomano che minaccia l'egemonia della Serenissima sul mare. Nel 1797, per la prima volta, la Repubblica di Venezia viene conquistata da truppe straniere: Napoleone mette fine alla Repubblica e, nel nome degli ideali di uguaglianza e fratellanza della Rivoluzione Francese, apre le porte del ghetto.
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