Italiani con Paolo Mieli Francesco Saverio Nitti, l'ottimismo dell'agire

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Figlio di un rivoluzionario antiborbonico e di una contadina, Francesco Saverio Nitti è uno dei massimi meridionalisti italiani. Nato a Melfi nel 1868, nonostante le difficoltà economiche, Nitti studia a Napoli mantenendosi col suo lavoro di giornalista e diventando presto un fine intellettuale. Studioso della situazione economica e politica italiana, coltiva un pensiero critico originale che non lo aiuterà sempre nella sua carriera politica. Giovane docente alla Federico II di Napoli, entra presto in politica e porta avanti le sue idee innovative sul Meridione. È più volte ministro e durante la prima Guerra mondiale è responsabile dopo Caporetto di una serie di miglioramenti della vita dei coscritti in guerra, con l'istituzione delle assicurazioni, delle polizze vita per i reduci, dell'assegnazione delle terre ai contadini. Presidente del Consiglio nel 1919-20, dopo l'ascesa al potere di Mussolini prende nettamente le distanze dal fascismo e per salvarsi dalle violenze squadriste si trasferisce a Zurigo e poi a Parigi. Il ritorno in Patria dopo la fine della seconda guerra mondiale lo vedrà ancora attivo e combattivo in politica, fino alla morte avvenuta a Roma nel 1953. Il racconto è arricchito dalle testimonianze dei nipoti Patrizia Nitti e Mariano Dolci, che ricostruiscono il clima familiare affettuoso e la grande attività politica democratica che si respirava nella casa parigina di Rue Vavin a Montparnasse, punto di ritrovo fin dal 1925 dei fuoriusciti dall'Italia durante il Fascismo. L'aspetto storico e politico del personaggio viene narrato dal professor Stefano Rolando e dal professor Luigi Mascilli Migliorini, rispettivamente presidente e responsabile del comitato scientifico della Fondazione Nitti, e dal professor Michele Cento dell'Università di Bologna.
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