Diario civile Isola Felice

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Il 14 novembre del 1997 a Varese viene pronunciata la sentenza del maxi-processo "Isola Felice". Al banco degli imputati siedono molti componenti di quelle che, secondo l'accusa, sono famiglie di 'ndrangheta, l'organizzazione criminale più potente del mondo. Il tribunale è impenetrabile, l'intera città è blindata . I giudici si pronunciano nell'aula bunker collocata negli stabilimenti dell'ex fabbrica di aerei Aermacchi, luogo simbolo della città . E' una sentenza storica dice il procuratore Armando Spataro, per la prima volta viene riconosciuta l'esistenza di un'associazione per delinquere di stampo mafioso ben radicata nel territorio della provincia di Varese che per circa 20 anni ha commesso una serie di gravissimi reati: omicidi, sequestri di persona, rapine ed estorsioni. Nel corso dell'indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, scattata il 14 gennaio 1994, sono state arrestate 87 persone, 62 in Lombardia, 6 in Piemonte, 12 in Calabria ed altri 54 provvedimenti sono stati notificati a detenuti. La potente organizzazione è ritenuta responsabile del sequestro e dell' omicidio nel 1974 di Emanuele Riboli, lo studente di 17 anni di Varese, per il cui riscatto la famiglia pagò 200 milioni e il cui corpo non fu mai ritrovato. Nel 1990 a Germignaga , un piccolo paese in provincia di Varese, la cosca si apprestava a rapire la giovane Antonella Dellea , ed è proprio da quell'azione, sventata dai carabinieri dopo un conflitto a fuoco nel quale morirono quattro banditi, che prendono l'avvio le indagini che portano al processo Isola felice. Sono state le rivelazioni di Antonio Zagari, figura di primo piano dell' organizzazione che hanno permesso di ricostruire l' intera struttura.
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