Speciali Storia

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A cinquant’anni dal terremoto che colpì la Valle del Belìce - con l'accento sulla "i" - Rai Cultura ricorda le battaglie, l’impegno civile e le testimonianze di chi ha vissuto le terribili scosse del gennaio del 1968. “Il sisma dei poveri cristi”racconta le contraddizioni e le speranze di una terra che tenta di rinascere nonostante tutto. Grazie alla lungimiranza di sociologi e intellettuali come Lorenzo Barbera e Danilo Dolci, la Valle del Belice era già, a partire dagli anni ’50, una terra in forte fermento politico e civile. L'organizzazione dell'area in comitati cittadini ha trovato la sua ispirazione nel Centro Studi fondato proprio da Dolci e Barbera nel 1958 che, organizzando le lotte e le rivendicazioni dei contadini dell'area, intraprese un importante esperimento di società civile organizzata in Sicilia e in Italia. Ma il 14 e il 15 gennaio 1968 alcune forti scosse di terremoto cambiano per sempre l’assetto urbanistico e sociale del territorio: più di venti comuni colpiti, centomila persone coinvolte, più di 400 morti. Tutto il Paese scopre una regione povera e lontana dai fasti del boom economico. Nell'imminenza del terremoto lo Stato agevola in ogni modo l'emigrazione degli sfollati verso il nord Italia e l'estero, i comitati locali si oppongono e promuovono progetti di ricostruzione dal basso in contrasto con la gestione ministeriale del governo da una parte e i tentativi della mafia di intercettare le risorse dall'altra. Tra una serie infinita di piani di ricostruzione, turbolente manifestazioni dei comitati a Roma e a Palermo, scioperi fiscali e proteste antileva, il Belice prova a cambiare il suo destino e a diventare una valle verde ricca di vigneti e ulivi.