Il Tempo e la Storia L'Europa dei Padri Fondatori - 03/01/2017

ItaliaSt L'Eur35 min
L'unificazione dell'Europa ha radici lontane e nobili. Viene pensata per la prima volta tra le due guerre, quando un conte cosmopolita, con radici tra la Mitteleuropa e l'Asia, Richard Nikolaus Coudenhove-Kalergi, la chiede a gran voce per evitare ulteriori immani tragedie, come quelle scatenate dalla Grande Guerra. Inascoltato, occorrerà un secondo conflitto mondiale e l'orrore dei campi di sterminio perché gli Stati nazionali depongano almeno in parte le loro velleità di supremazia, e lascino corso a ideali di pace e di condivisione che, sotterraneamente, hanno sempre trovato corso in alcune élite. Ne parla il professor Fulvio Cammarano con Michela Ponzani. A raccogliere la sfida, sono alcuni uomini che provengono da zone di faglia, funestate da guerre secolari, come il francese Robert Schuman o il trentino Alcide De Gasperi; visionari cosmopoliti come il visionario Jean Monnet, o grandi cancellieri come Konrad Adenauer. O anticipatori come Altiero Spinelli. È grazie alla loro visione se nella prima metà degli anni Cinquanta in Europa si assiste ai primi esperimenti di unificazione, che passano anche dalla speranza di creare un esercito comune di difesa e di poter condividere risorse strategiche come il carbone e l'acciaio. Sono le premesse per gli sforzi futuri, che ancora ci parlano di un idealismo di cui non possiamo non avvertire la mancanza.
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