Mussolini e il Fascismo Propaganda

St 201397 min
Pochi uomini al mondo hanno utilizzato con maestria la comunicazione scritta, verbale, fotografica e cinematografica come Benito Mussolini. E pochi ancora hanno come lui compreso la necessità di associare la propria immagine a icone fortemente emotive e positive che accendono la fantasia delle masse. Mussolini è consapevole che per radicarsi nel cuore degli italiani deve agire sulla loro pancia, con simboli di forza, coraggio, generosità. Dopo il successo dello slogan: "meglio un giorno da leone che cent'anni da pecore!" il proprietario di un circo equestre, gli regala un cucciolo di leonessa, chiamata Italia. Le sue foto con Italia fanno il giro del mondo e la Gaumont gli dedica un vigoroso cinegiornale. E' l'incipit della accurata creazione del mito. Un mito così al di là del vero che finirà con il credervi lui stesso. La propaganda del regime si articola imbrigliando tutte le forme di comunicazione, dalle tradizionali come la stampa e la fotografia ma anche emergenti come la radio ed il cinema. In entrambi gli ambiti porta novità. Per la stampa nascono nuove testate dirette da fascisti. Per la radio si fonda l'EIAR, i cui programmi di intrattenimento sono sviluppati con la supervisione dell'Ufficio per la Stampa e Propaganda prima, dal Ministero della Cultura Popolare poi. Quelli di informazione supportati dalle notizie diramate dalla Agenzia fascistizzata Stefani, a cui d'ora in poi devono attenersi anche i giornali.
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