Sopravvissute Storia di Barbara - 07/04/2019

ItaliaSt 201930 min
Fino al 2003 Barbara ha una vita felice. Sposata con un poliziotto, 29 anni, due figli, lavora come contabile in un'azienda edile di Palermo. Scopre di aspettare il terzo figlio e a questa notizia un suo collega, da tempo segretamente invaghito di lei, reagisce male. L'uomo infatti non accetta che la donna non possa essere sua, nonostante fra loro non ci sia mai stata una relazione. Con il pretesto di un sopralluogo lavorativo, l'uomo porta Barbara in un luogo isolato e mentre lei chiama al cellulare il marito la colpisce alle spalle con quattro martellate in testa. Poi l'accoltella al ventre, causando la morte del feto. Infine la cosparge di giornali e liquido infiammabile appiccando il fuoco. Si allontana solo quando Barbara si finge morta. Pensando ai figli, la donna trova la forza di alzarsi, spegnere le fiamme e chiedere aiuto a due ragazzi che passano in macchina. L'aggressore di Barbara, incensurato, è stato considerato dai giudici colpevole di lesioni gravissime ma non di tentato omicidio. Condannato con il rito abbreviato a quattro anni di carcere, da scontare ai domiciliari, in seguito all'indulto non ne ha scontato neanche uno. Oggi l'uomo è sposato e lavora in banca. Barbara ha fatto i conti con le ustioni, le cicatrici, gli interventi chirurgici di ricostruzione. Ha perso il lavoro, ma soprattutto ha perso un figlio. Nonostante quello che le è capitato però non si è arresa: quattro anni dopo la grave violenza subita partorisce una bambina. Inoltre nel 2016 Barbara fonda l'associazione onlus "Libera di vivere", che cerca di sensibilizzare sulla violenza di genere, organizzando soprattutto incontri nelle scuole.
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