Unomattina La pensione di Hitler - 25/02/2019

St 2018/195 min
Franco Di Mare dedica il suo editoriale all'incresciosa notizia che la Germania, settantaquattro anni dopo la fine della guerra, usa due pesi e due misure, riconoscendo pensioni da 50 euro al mese agli schiavi dei campi di lavoro e da 1.200 ai volenterosi collaboratori di Hitler che aiutarono i nazisti in giro per l'Europa durante l'occupazione del Terzo Reich. Lo ha rivelato il quotidiano belga Le Soir, riprendendo una denuncia parlamentare a cui nessuno aveva dato seguito. In Belgio 30 persone percepiscono una pensione dalla Germania per aver collaborato con i nazisti. Tutto regolare, a guardare i documenti. I trenta collaborazionisti ricevono la pensione sulla base di un decreto del 1941 a firma di Adolf Hitler che garantiva la cittadinanza tedesca, con annessi diritti previdenziali, a quegli stranieri – inclusi i volontari delle ss – che giurarono <fedeltà, lealtà e obbedienza> al Fuhrer. Per quanto incredibile possa sembrare, mentre si sono celebrate finora 23 giornate della memoria in cui tutti i leader tedeschi hanno giurato che la memoria va preservata, a nessuno è venuto in mente di cancellare questa vergogna. Il quotidiano belga ha rivelato che la Germania, più volte sollecitata, non ha mai voluto rivelare i nomi dei trenta volenterosi carnefici di Hitler che continuano a godere della pensione del Fuhrer che viene loro consegnata a domicilio, nel proprio paese di residenza.
Vai al titolo