Storie italiane Caso Roberta Ragusa: La memoria difensiva del figlio Daniele - 29/03/2018

St 20181 min
La memoria difensiva del figlio Daniele Logli: "Com'è ben comprensibile sia Daniele che la sorella, a partire dal 14 gennaio 2012 hanno vissuto nel terrore e nella speranza che, da tutta questa vicenda mediatica e processuale, la loro vita venisse ancora una volta turbata e stravolta definitivamente. Nel terrore di ricevere la ferale notizia del ritrovamento del cadavere della madre, con la certezza definitiva della morte della loro mamma, nonché nell'ulteriore infausto e terribile annuncio di saper condannato per il presunto omicidio il loro padre. Nella speranza di sapere che la loro mamma non è morta, nonché nella speranza che il loro padre venga riconosciuto innocente da ogni contestazione mossagli. Non è stato facile per loro vivere questi anni, che hanno coinciso con la fine dell'infanzia e l'inizio dell'adolescenza senza la loro mamma ma con la continua e costante presenza, fuori e dentro le mura della propria casa, di persone estranee, inquirenti e giornalisti, che direttamente o indirettamente hanno spiato, stravolto, calpestato ogni momento della loro esistenza ma soprattutto del loro dolore di figli", continua il legale, "Spinti a diventare adulti con 'violenza' e per cosiddette 'esigenze d'indagine' a subire loro stessi un processo, innanzi al Tribunale dei Minorenni di Firenze, al fine di accertare e verificare che il loro padre non li sottoponesse a violenze, a maltrattamenti, imponendogli il silenzio su quello che avevano sentito, visto o percepito quella fatidica notte fra il 13 e il 14 gennaio 2012".
Vai al titolo