Sono Innocente Le storie di Roberto Giannoni e di Gigliola Di Michele

ItaliaSt 201796 min
I casi raccontati questa settimana sono quelli di Roberto Giannoni e di Gigliola Di Michele. Direttore di banca a Livorno, Roberto Giannoni fu arrestato il 10 giugno del 1992 con l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, usura, estorsioni, riciclaggio, traffico di stupefacenti e armi. Era ritenuto la mente finanziaria della mafia in Toscana: tutto si reggeva sulle dichiarazioni rilasciate da due collaboratori di giustizia. È stato assolto al termine di un processo durato quasi quattro anni, con oltre 450 testi portati dall'accusa. È stato detenuto per 12 mesi, i primi due in "alta sorveglianza", il resto in regime di 41 bis. Oggi è un uomo libero che ha reagito positivamente a questa esperienza drammatica e va in carcere ad assistere, volontario, i detenuti di Porto Azzurro. Coniugata con un agente di polizia municipale e mamma di una figlia adolescente, Gigliola Di Michele lavora mezza giornata come badante e l'altra metà come segretaria presso un'agenzia immobiliare di Silvi (Teramo). La mattina del 5 marzo 2009 i carabinieri suonano alla sua porta e la prelevano dall'abitazione, ammanettandola. Il proprietario dell'agenzia dove lavora è stato arrestato per sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento. Passerà un giorno in carcere e 28 giorni ai domiciliari. Le modalità dell'arresto e il rilievo che la notizia ha avuto sui giornali locali l'hanno distrutta psicologicamente. Tutta la famiglia ne ha risentito: il marito e soprattutto la giovane figlia adolescente che, a scuola, ha subito parecchie discriminazioni tanto da essere bocciata e perdere tutte le amicizie.
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