Una fantasia poetica su Sayat Nova (ca. 1712-1795), trovatore armeno (ashugh) che componeva i suoi versi in lingua armena, azera e georgiana. A un tempo solenne e sensuale, il film celebra lo spirito creativo transcaucasico attraverso una successione di dipinti, pantomime, oggetti di folklore e quadri allegorici in un'atmosfera autenticamente armena. L'estetica radicale del film ha ispirato registi quali Jean-Luc Godard e Mohsen Makhmalbaf.