Fake News: dove è più facile incontrarle e chi sono le vittime privilegiate

St 2020 10 min

Le piattaforme di social media come Facebook e Twitter sono state tra le prime a essere additate come propagatrici di fake news, ma non bisogna sottovalutare neppure le piattaforme dove la diffusione è meno controllata come Whatsapp o Messenger. In rete sono gli utenti che decidono se una notizia deve essere o meno diffusa: questo cambiamento nella modalità di consumo dell'informazione è definito "disintermediazione". Gli algoritmi sono stati spesso incriminati per la diffusione delle fake news, ma di fatto si limitano a diffondere contenuti in linea con la nostra visione del mondo, a prescindere che siano o meno delle bufale. Con la rivoluzione digitale anche i media tradizionali possono cadere in "errore", sono infatti costretti a urlare e arrivare per primi. "Se una discussione online va avanti a lungo, prima o poi qualcuno tirerà fuori Hitler e i nazisti": i comportamenti da stadio sono una caratteristica dei dibattiti accesi sui social. Qual è il valore emotivo delle parole che utilizziamo online? La sentiment analysis può essere molto utile per capire quale sia l'opinione di chi scrive. Una produzione Rai Inclusione Digitale

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