Fuori Luogo Paludi Pontine - L'Amazzonia perduta

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Mario Tozzi andrà nella pianura Pontina, un territorio del Lazio a pochi chilometri da Roma. Un tempo era la più grande foresta di pianura d'Europa, erano ben 11.000 ettari di foresta costiera, una zona umida che oggi sarebbe considerata preziosa e verrebbe protetta gelosamente anche per contrastare i cambiamenti climatici, ma che quasi un secolo fa venne cancellata per sempre dalla bonifica del regime fascista. Si trattò di un'opera necessaria o fu piuttosto un grave errore dell'uomo nei confronti dell'ambiente? Sicuramente quello è stato il più grande massacro di alberi mai perpetrato in tutto il continente europeo. Un danno ambientale paragonabile oggi al disboscamento della foresta amazzonica. La prima tappa del viaggio nella pianura Pontina è Latina, città di fondazione del periodo fascista e simbolo della colonizzazione e dell'urbanizzazione di tutto quel territorio. Aiutandosi con uno speciale strumento, un "vetrino prospettico" che consente di disegnare sulle linee del paesaggio, si cercherà di capire come si è formata questa grande pianura e come nei secoli si è trasformata in palude. Raggiunto il Parco del Circeo, si potrà vedere come si conserva ancora oggi un piccolo lembo dell'antica palude. Ma quell'ambiente selvaggio era anche malsano per l'uomo, lì regnava la malaria e i pochi che ci abitavano vivevano in condizioni ai limiti dell'umano. Dopo i lavori di bonifica, la palude venne completamente prosciugata, grazie soprattutto allo scavo di chilometri di canali e divenne terreno da coltivare, uno dei campi più fertili per la battaglia del grano di Mussolini. Oggi la pianura Pontina è un territorio con una forte vocazione agricola. Nel tempo, però, qui sono state impiantate nuove coltivazioni, come quella del kiwi, che hanno bisogno di tantissima acqua. Ma questo territorio che gli uomini continuano a prosciugare è ancora in grado di fornire tutta l'acqua necessaria?
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